Consumo di suolo: l’Earth day 2017 in Italia dedicato al suolo
“Frenare le nuove costruzioni, sostenere il riuso – dichiara AiCARE – tutela agricoltura e paesaggio, riduce il rischio di frane e inondazioni, difende l’autosufficienza alimentare”.
AiCARE (Agenzia Italiana per la Campagna e l’Agricoltura Responsabile e Etica) lancia l’allarme: “I dati di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente) sul consumo di suolo sono come una corda che si stringe inesorabilmente intorno al collo del nostro Paese”.
In Italia, il suolo denaturalizzato ed impermeabilizzato – ricorda AiCARE – ha raggiunto nel 2015 quota 7% pari a 2,1 milioni di ettari, il 55% in più della media dell’Unione Europea. La superficie costruita per abitante ha raggiunto i 350 mq per abitante, mentre all’inizio degli Anni ’80 era poco superiore a 230 mq (+52%).
Negli ultimi cinque anni, il “cemento” ha coperto 90 mila ettari producendo danni alla produzione agricola e ai servizi ecosistemici, stimati in 700 milioni di euro l’anno. A questi vanno ad aggiungersi i costi per riparare i danni da frane e inondazioni, dovuti in gran parte all’impermeabilizzazione del suolo e all’insufficienza dei sistemi artificiali di deflusso delle acque, stimati mediamente in 7 miliardi l’anno; costi che una politica nazionale di gestione del suolo potrebbe ridurre ed annullare.
Eppure la proposta di legge per il contenimento del consumo di suolo, dopo un iter di approvazione alla Camera durato tre anni, è parcheggiata da maggio 2016 al Senato, senza che ne sia stato ancora discusso un solo articolo. Un contributo al disegno di legge, acquisito dalla IX Commissione permanente (Agricoltura e produzione alimentare), è stato offerto dalla Rete CepEA (Centri per l’Etica Ambientale), di cui AiCARE è parte: nella nota la Rete pone in evidenza alcune questioni relative alla sostenibilità e all’approccio etico all’uso del territorio.
Dietro le cifre drammatiche si cela un vero e proprio debito consolidato e in crescita, legato alla costante erosione di una risorsa, il suolo, limitata e non rinnovabile; un debito eticamente pesante, che ha l’aspetto di una rapina a danno delle generazioni future, che si troveranno a pagare gli interessi su un bene essenziale compromesso, se non esaurito, dai propri padri.
A questo punto – conclude AiCARE – non resta che puntare su un provvedimento stringente dell’Unione Europea, che pure ha già fissato per il 2050 l’obiettivo “zero consumo di suolo”. Tale provvedimento è sollecitato anche dalla petizione popolare europea “People for soil” promossa da oltre 400 associazioni dei Paesi UE, che chiedono alla Commissione norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita come l’acqua e come l’aria (firme su www.people4soil.eu o www.salvailsuolo.it – Obiettivo minimo un milione di firme di cittadini UE di almeno 7 Paesi entro settembre 2017).
L’auspicio di AiCARE per la Giornata della Terra è che il tema del suolo entri urgentemente nell’agenda politica del paese.
21 aprile 2017